giovedì 1 aprile 2021

La «scarcella», il dolce tradizionale della Pasqua, è presente sulle tavole di tutto il territorio pugliese ed in particolare su quelle dei comuni del barese. L’origine della scarcella si perde nei primi secoli della diffusione del Cristianesimo. Non colombe o uova ma un semplice biscotto di forma rotonda preparato con olio extravergine d’oliva che viene consumato durante la Pasqua ed i giorni successivi. Nasce a forma di ciambella con sopra delle uova sode tenute ferme con due listelli intrecciati a forma di croce. Il suo nome, scarcella, deriverebbe dal verbo scarcerare. Tutto questo ha un significato, l’uovo rappresenterebbe il corpo di Cristo, che all’alba di Pasqua si «scarcerò» dal sepolcro con la Risurrezione. Non mancano altre definizioni che portano la scarcella a simboleggiare la liberazione dal peccato originale. La tradizione vuole che per mangiare la scarcella, le uova vanno appunto liberate dall’intreccio di pasta. Questo forse, spiegherebbe il suo nome, che in dialetto si pronuncia «scarcedda». Nel tempo questo dolce ha assunto diverse forme e oltre a quella originale viene realizzato a seconda della fantasia delle massaie come,  colombe, conigli, stelle, cuori, fiori ed altro. Ora spostiamoci in cucina per la ricetta 🥰

Chi sono

Sono una donna del Nord Barese. La mia passione è scoprire e inventare nuove ricette e dettagli particolari che possano rendere unici i miei piatti. Mi diletto nel salato e anche nei dolci. Questa del blog è una nuova (e inaspettata) esperienza. Spero di riuscire a mostrarvi le mie piccole creazioni!

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